Da giovedì 29 febbraio 2024 ore 16.03, in replica domenica ore 21.30, mercoledì ore 00.05 (Speciale Radio – 3 / Speciale Cattedra Quaresimale)
♦ si è tenuto, mercoledì 28 febbraio 2024 il II incontro promosso dalla Diocesi di Trieste in occasione della Cattedra di San Giusto Quaresimale “Democrazia è partecipazione” presso la Cattedrale di San Giusto martire a Trieste, sul tema: “La democrazia alla prova dell’economia: economia civile e democrazia”. Presentata da don Sergio Frausin, Delegato Episcopale per la Cultura e la Pastorale Universitaria, ospite: Suor Alessandra Smerilli delle Figlie di Maria Ausiliatrice, economista, segretaria del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale.
Al cuore della democrazia vorremmo trovare una economia che metta al centro la persona umana come soggetto di relazione e l’ambiente naturale in cui vive, che sia al servizio della vita umana, in dialogo con la politica e in vista del bene comune.
“O è civile o non è economia” è il motto della Scuola di economia civile di cui suor Alessandra è socia fondatrice, docente e testimone. Economia civile è gestione della casa comune, delle mura domestiche e del pianeta, è una tradizione che cerca di vedere l’economia come quel luogo in cui si può costruire civiltà, il bene-stare delle persone e non solo il ben-essere della ricchezza. Tutto questo può diventare pratica di impresa, indirizzo di acquisti, finanza che si chiede se con la gestione dei risparmi e degli investimenti si sostengano imprese che rispettano l’ambiente, lavorano per il bene comune, dove non ci siano indebite disuguaglianze interne di stipendi, ecc…
Al cuore della democrazia abbiamo bisogno di trovare i cristiani impegnati in aziende sane che abbiano queste priorità, pur continuando a fare profitti, profitti che vengano redistribuiti con attenzione ai principi etici.
“Perché continui ad essere possibile offrire occupazione, è indispensabile promuovere un’economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale” (papa Francesco, Laudato si’, 129).
Per questo c’è bisogno di occasioni formative e motivanti, perché ci siano nella nostra città persone, giovani economisti capaci di coinvolgersi in questo ambito complesso, dando una testimonianza cristiana, alimentando la democrazia con una economia rispettosa dei più fragili e vulnerabili, per non lasciare pericolosamente indietro nessuno. La narrazione di suor Alessandra Smerilli è piena di tensione etica, come dimensione fondante dell’economia, di attenzione agli ultimi, ai giovani, alle periferie.
Dal punto di vista educativo, l’economia civile può aiutare l’economia tradizionale a cambiare culturalmente? C’è l’impegno nella ricerca scientifica per comprendere i modelli economici dal di dentro e lavorarci per illuminarne e metterne in discussione criticamente alcuni principi che creano stili di vita consumistici ed escludenti come quello di “non sazietà” in cui “il più è sempre preferibile al meno”.
Suor Alessandra Smerilli si occupa scientificamente della “we rationality”, cioè di quando è razionale fare delle scelte che siano vantaggiose “per noi” e non soltanto “per me”: è da qui che può cambiare la teoria economica e forse possono cambiare anche i comportamenti, percependoci come un “noi” solidale nella società.
Come risulta da una pubblicazione realizzata alcuni anni fa assieme a Luigino Bruni, L’altra metà dell’economia. Gratuità, mercati (ed. Città Nuova, 2014), una chiave di lettura e un criterio umanizzante molto importante nella sua opera è la gratuità: quella energia fuori misura, oltre il calcolo, che fa andare sempre oltre il limite dell’interesse particolare per sé, oltre il proprio spazio di tornaconto personale, oltre la propria comfort zone per partecipare benevolmente, con i doni di ciascuno alla vita degli altri.
Non c’è vita buona, né nella sfera privata né in quella pubblica, senza gratuità. L’indigenza di una società che emargina i carismi dalla politica, dall’economia, dai mass media, è “indigenza di gratuità, carestia di un tocco umano che sia fine a se stesso, carestia di gente che ci incontra e ci avvicina perché gli interessiamo come persone” (https://www.scuoladieconomiacivile.it/alessandra-smerilli/).
Per la professoressa Smerilli, uno dei problemi più grandi dell’Italia – che fa franare i patti sociali e generazionali e fa emergere risentimenti diffusi – è il non sapersi alleare e far rete, il non saper lavorare insieme. Sempre una realtà deve prevalere sulle altre: non conta il risultato, ma che io o la mia realtà siamo visibili. Forse dai giovani possiamo imparare qualcosa di diverso: non si pongono generalmente il problema di chi debba emergere e sanno naturalmente condividere.
La Cattedra si San Giusto è un’occasione per ascoltare, pensare e affrontare assieme, alla luce delle proposte dell’economia civile, le sfide che in questo orizzonte ci stanno di fronte nella nostra città che ha vissuto recentemente la drammatica crisi occupazionale della Wärtsilä, con la decisione della chiusura della sede di San Dorligo della Valle.