La nona puntata della storia di Radio Nuova Trieste ci riporta ancora agli anni ’90 e all’arrivo, storico direi, del tecnico di regia Riccardo Righi il quale alla professionalità e puntualità nelle registrazioni ha sempre unito un’innata capacità di saper spiegare ed illustrare i principi teorici e pratici del funzionamento degli strumenti elettronici. A lui devo l’essermi addentrato nei “segreti” della radiofonia, e soprattutto, nell’aver iniziato ad usare fin dagli anni ’90 i dispositivi e i “marchingegni” offerti dai motori di ricerca degli elaboratori computerizzati. Posso dire che si tratta davvero di una storia senza fine, dove c’è proprio sempre qualcosa da imparare. Tanto più dal momento che, via Internet, si possono scambiare programmi scritti, musicali, fotografici, sonori, in diretta ed in differita, si possono fare persino osservazioni satellitari. E, in pratica, Riccardo offre, per così dire, un “tutoraggio” informatico, quasi quotidiano.
Un altro problema degli anni ’90 erano le notti. La “storica” regia automatica elettromeccanica CEPAR PT 21 consentiva solo quattro “passaggi”, con quattro musicassette da 60 minuti, al massimo, e pertanto, dopo le ore 23, cioè appunto quattro ore dopo, la fine della presenza del tecnico, le trasmissioni in “parlato” avrebbero dovuto cedere il passo ad un non stop musicale inciso sull’ “andirivieni” delle grandi bobine di nastro magnetico da 3 ore per lato. Proprio allora comparve all’orizzonte un simpatico tecnico, il sig. Ferruccio Sualdin, il quale si assunse l’incarico volontario di registrare ogni settimana sui cosidetti “bobinoni” da 12 pollici, installati sui famosi “Revox”, registratori analogici a bobine, i programmi più significativi della radio, intervallati da un inserto musicale. Alla fine del turno di presenza del tecnico addetto la bobina così prodotta veniva puntata per farla partire all’ora convenuta dalla PT21, ogni sera in settori differenti, cosìcchè chi si sarebbe trovato ad ascoltare durante la notte, non avrebbe ascoltato gli stessi programmi alle stesse ore rispetto alla sera precedente. Si trattava insomma di un semplice espediente tecnico. Ma ecco che giungemmo al reperimento sul mercato di una regia automatica in grado di poter essere programmata nell’arco delle 24 ore nei diversi giorni della settimana. Questo lavoro di ricerca della regia automatica più appropriata al nostro uso durò qualche anno. Così ci rendemmo conto anche dell’importanza dei programmi destinati alle ore notturne che rappresentavano davvero una garbata compagnia, per tante persone anziane che talvolta trascorrono molte ore con gli occhi spalancati.
Anche altre radio tramettono di notte, però spesso prevalgono i programmi musicali. “Al Chiaro di luna” è chiamato il “momento” notturno della radio e, naturalmente, lo spazio viene modulato con le stesse note della famosa melodia. Tra l’altro, i brevi inserti musicali, che si portava da casa il sig. Sualdin, erano davvero simpatici e ancora adesso ne usiamo uno tutti i giorni: la sigla della trasmissione “Informazioni utili”. (continua)