Giunti alla decima puntata della storia di Radio Nuova Trieste ricordiamo proprio gli anni ’90. Bisogna dire che quelli furono anni di grandi progressi nel campo della comunicazione radiofonica, con disponibilità di apparecchiature che oggi possono essere considerate la normalità, ma che, a quei tempi, rappresentavano dei veri e propri salti di qualità tecnologicamente assai importanti, per i quali si rendeva necessaria anche una certa programmazione e disponibilità economica.

Parliamo allora della nostra prima regia automatica digitale, un computer, in buona sostanza, sul quale veniva poi installato un programma informatico adatto, cioè un “software”, tale da assicurare, quando in funzione, la trasmissione nelle 24 ore, e quindi in tutti i giorni della settimana, dei programmi radiofonici inseriti, unitamente ai brani musicali programmati in modalità “random”, ovvero presi a caso per farli poi “suonare”, tra un programma e l’altro. Ricordo che negli incontri nazionali delle radio cattoliche, c’era un’ampia promozione di questi apparecchi: esposti attivi e luccicanti, in ogni angolo delle sale di riunione, c’era da destreggiarsi, con discorsi quasi confidenziali, un tu per tu, tra i vari responsabili delle radio, sulla bontà e/o convenienza di un sistema rispetto ad un altro, magari in vista di un eventuale acquisto. Naturalmente, c’erano anche le radio “floride” di pubblicità che magari ne avevano già acquistate un paio, una regia automatica anche di riserva quindi, mentre le radio più “ritrose” talvolta indugiavano ancora sull’investimento da fare, anche perché, l’acquisto di allora si aggirava attorno ai 30 milioni di Lire, riferiti agli anni ’90, appunto. Così, con l’aiuto dei tecnici, prima di decidere sfogliammo diverse riviste specializzate e ci inoltrammo in siti lombardi per farci un’idea concreta. Una volta aperto lo scatolone, finalmente giunto al terzo piano di via Vasari, ed inserita la spina nella presa della corrente, con “fioritura” di “led” multicolori, che sono cioè piccoli indicatori spia luminosi, ci rendemmo subito conto che non si erano affatto risolti tutti i nostri problemi, perché l’apparecchio era là, con il fruscio dei suoi ventilatori, ma richiedeva una precisa programmazione cui nessuno, all’epoca, sapeva dire un granché. Questa presentava infatti degli aspetti differenziati, se usata da una radio di tipo commerciale, con pubblicità e programmi musicali con scarsi comunicati in voce, mentre una radio come la nostra, era ricca di molti programmi parlati. Forse anche per questo, il tecnico specializzato che, a pagamento, accorreva da Milano come “tutor” per istruirci, spesso, rimaneva a volte perplesso di fronte a certe nostre richieste. Quindi, per un certo tempo, l’apparecchio rimase là, sempre acceso… certi apparecchi elettronici, mi dicono, è bene non vengano mai spenti, perché in servizio continuo durano più a lungo… e così la prima regia automatica digitale rimase a “troneggiare” per quasi un anno, praticamente inutilizzata, a simbolo di un progresso che ci aveva preceduto, sia nelle competenze tecniche, che nel tempo. Ma, come sempre, c’è da dire, che Radio Nuova Trieste ha un suo “santo protettore” e, proprio in quel momento, ci fu abbastanza improvvisamente uno scambio del personale. Il dott. Michele Rossetti, uno dei tecnici, decise di salutarci, al fine di iniziare la sua carriera di tipo amministrativo e al suo posto ritornò, per la seconda volta, il tecnico di bassa frequenza, il p.i. Alessandro Sinico, che trovò il modo di far partire in modo efficace il sistema. E questo, fu un grande passo in avanti per la nostra radio. (continua)