Che dire, una volta giunti all’ottava puntata della storia di Radio Nuova Trieste, circa la situazione durante gli anni ‘90? La ricerca di nuovi collaboratori non era certo né affannosa né particolarmente impegnativa, anzi era quasi divertente scoprire nel conoscente, nell’amico o nella persona intervistata, quella specie di bagliore interiore di apprezzamento per la radiofonia. Proprio alcuni giorni fa, ad esempio, ho intervistato il dott. Guido Tuveri, responsabile dell’oncologia ospedaliera a Trieste e lui stesso, ad un certo punto, è venuto fuori con la frase: “Come mi piacerebbe poter aiutare a “liberare” le persone, e quindi i pazienti, dal terrore della malattia oncologica, e ridare una speranza a loro stessi, ai loro amici e familiari!” Ovviamente questa non poteva che essere una premessa per un ciclo di trasmissioni alla radio! E sono così affluiti, nel corso di questi decenni, a Radio Nuova Trieste molti collaboratori; ora sono complessivamente più di 40: rappresentano la ricchezza della “nostra” emittente radiofonica.

Un altro compito per la nostra radio era costituito dall’aggiornamento della strumentazione tecnica, allo scopo di rendere più ascoltabili le frequenze e più efficienti i collegamenti. Ad un certo punto il  “geniale” tecnico Enrico Piccinino trovò un incarico professionale presso gli Ospedali Riuniti di Trieste e, all’orizzonte, comparve allora la figura di Natale Guido (per gli amici “Lino”) che da quel momento iniziò a seguire con notevole competenza i problemi legati all’alta frequenza, antenne e loro apparati connessi, e quelli talora legati alle strumentazioni di bassa frequenza, all’interno degli studi di produzione.

E così il collegamento con la Radio Vaticana e con la rete cattolica della CEI (Radio InBlu) passò dalla situazione precaria, dettata dalla rete analogica terrestre, fatta di vari ponti radio connessi in serie, a collegamenti satellitari, con netto miglioramento della qualità audio e della stabilità delle connessioni. Un altro passo avanti fu anche l’ottimizzazione dei due collegamenti in esterna: con la cattedrale di S.Giusto prima, e con la chiesa di S.Antonio Taumaturgo poi, evitando cosi l’allestimento, nelle rispettive sacrestie, di sconvenienti allestimenti temporanei di ponti radio telefonici, in occasione delle dirette radio previste… Ricordo, a tal proposito, le notti di Natale e di Pasqua passate nell’antica sacrestia di S.Giusto, tra i ritratti storici e solenni dei prelati e, i paramenti preparati per i canonici. Di tanto in tanto davo occhiate furtive al presbiterio per seguire meglio la progressione dei riti liturgici. Ricordo ancora i movimenti di Papa Giovanni Paolo II° nel corso della sua visita storica nella nostra città!

Graduale fu infine l’aggiornamento delle attrezzature d’ufficio con il primo centralino telefonico e il fax per i contatti con l’esterno, per attingere alle fonti di notizie: con la Curia, con il settimanale cattolico Vita Nuova, evitando così, spesso, lunghi e talora affannosi e ripetitivi percorsi cittadini. Fino alla comparsa solenne e frusciante del primo computer! Trattare di tutto questo può sembrare oggi ai più assolutamente banale o scontato, ma, l’emozione, di quel primo personal computer, che troneggiava sul tavolo di lavoro principale, mentre sul monitor a colori brillavano guizzanti linee multicolore, è rimasta un po’, a tutti noi della radio… assolutamente indelebile.
 (continua)